Seconda domenica di Quaresima

Una decisione improvvisa. Una salita faticosa. Nessuna spiegazione. Chissà cosa avranno pensato Pietro e gli altri. Forse all'inizio erano presi dall'euforia di un'esperienza esclusiva, solo per loro, solo 'noi e Gesù'... Gli altri a casa. Tante volte il nostro cuore si culla in queste illusioni. Cerca l'esclusività nel rapporti. Ma Gesù non ha in mente questo. Per lui 'libertà interiore' non è solo una parola e sa coniugare assoluta prossimità e assoluta libertà di cuore in modo unico. Quella luce sul monte non era un segno privilegiato per pochi eletti. Anche perché l'eletto, anzi, l'Amato, è uno solo. In Lui siamo tutti amati. Ma il cuore e gli occhi devono purificarsi per accogliere la verità di queste parole... Serviranno ancora molto sudore, molta polvere e molte lacrime ai discepoli, per scalare e conquistare il monte del proprio io ed accorgersi della verità delle cose: la morte non sarà l'ultima parola. E la solitudine non sarà l'ultima parola sull'umano. E' la fatica del discepolo scoprirlo. E nessuno gliela può togliere. Lo capirà strada facendo.
"Indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione", recita solennemente il prefazio liturgico. Vero. Ma sul momento, sotto la croce, verrà da chiedersi: ma quale 'trionfo'? Quale 'gloria'? Scendendo dal monte, Gesù invita al silenzio e a custodire un segreto. Non parlatene a nessuno, aveva ammonito. Sapiente pedagogia del cuore. Ma i discepoli sono alunni dal cuore duro. L'unica cosa che esce dalle labbra di Pietro sa di fanciullesco: "è bello per noi essere qui!". Ma quello non era uno spettacolo. Era un'anticipazione. Lo splendore della Gloria che tras-figura Gesù andava colto ora. Dopo, sulla croce, sarà più difficile. Solo un volto di uomo sfigurato dal dolore e dalla morte. Eppure solo attraverso quel dramma, solo in quel dramma, la promessa di un'umanità nuova, tras-figurata, troverà autentico compimento. Intanto, però, il viaggio-scuola di Gesù continua. Sulla strada. Con la fraterna presenza e compagnia di una moltitudine di discepoli.
Amati nell'Amato.


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