Con gesti e parole

La menzione del gesto, come sempre, passa quasi inosservata, ma il testo è preciso nel posizionarla al posto giusto della sequenza: Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: ...Quella mano 'parla' da sola, eppure troppo spesso l'occhio frettoloso corre via veloce, va subito al 'rimprovero', al disse: Uomo di poca fede!, come se Gesù rimproverasse il povero Pietro e basta. Come se la parola 'colorasse' negativamente (ecco, anche stavolta il Signore deve metterci una pezza), anziché rivelare l'infinita tenerezza che avvolge quell'essere afferrati da Cristo. Ma la mano era stata tesa prima delle parole, perché Gesù non condanna e soprattutto non abbandona mai. Gesù non 'rinfaccia' a Pietro la sua poca fede, perché Dio non ci rinfaccia mai nulla, come invece spesso facciamo spesso noi nei confronti degli altri ("Hai visto?! Te l'avevo detto...!"). Mentre l'uomo grida per la paura, Gesù incoraggia sempre: Coraggio, sono io, non abbiate paura. Il dinamismo di rivelazione, che avviene sempre attraverso gesti e parole (Dei Verbum 2), va accolto nel suo movimento, non inquadrato forzatamene nei nostri schemi. Il Signore sa che siamo poveri peccatori impauriti, fragili creature disorientate, ma non è che goda nel vederci affondare. Il problema è che spesso noi invece pensiamo che sia proprio così: che Dio si diverta a metterci alla prova per manifestare così la sua potenza. Quanto è sballato questo pensiero! Quanto siamo distanti da conoscere il vero volto di Dio! La Sua presenza durante la nostra 'navigazione' ci pare poi un'assenza perché non ne consociamo il linguaggio (egli se ne stava lassù, da solo, a pregare), e troppo spesso la mettiamo sul piano della sfida: Signore, se sei tu, comandami... è emblematica la formulazione della richiesta di Pietro - un capolavoro di incredulità colorata di apparente cieca obbedienza - ma Gesù, con infinita misericordia e mitezza, lo asseconda. Poi, però, è Pietro stesso a invocare - e stavolta la preghiera è ben impostata - : Signore, salvami! E subito si placano le onde. Il cuore cerca la pace e tuttavia si mette nei guai da solo. Solo invocando e facendo spazio alla salvezza che ci viene offerta possiamo godere quella pace che assomiglia al sussurro di una brezza leggera.
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