I ricordi e la memoria

Erano circa le quattro del pomeriggio. Solo un semplice ricordo personale? Certo, ma non solo. Quando una persona comincia a vivere di ricordi e si riduce a vivere di ricordi diventa tutto triste. Giovanni non racconta un ricordo del passato. Piuttosto racconta con precisione di dettagli l’incontro che gli ha cambiato la vita. Come è stato ben detto, "la precisione di particolari è direttamente proporzionale all'intensità dell’esperienza. Il racconto ha il sapore di un’intera vita, non solo di un ricordo del passato; ha la potenza, non di un ricordo, ma di una radice, di un principio, di una fonte che continua a sgorgare e che ha sconvolto
tutta la sua vita." (E. Citterio). 
E' proprio così ed è per questo che non è solo ricordo, ma memoria. Memoria, intelligenza e volontà sono una cosa sola e sono vita, ricorda Agostino. Ma senza silenzio non c'è vita e nemmeno memoria. Secondo uno studio recente, richiamato in un articolo su "La Civiltà Cattolica", due ore di silenzio al giorno favoriscono lo sviluppo di nuove cellule dell’ippocampo, che è la regione del cervello in cui si formano i ricordi legati alle esperienze. Senza silenzio non c’è memoria. E forse anche i ricordi sbiadiscono.

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