Una nuova simbolica

Che cosa rende umana la vita, cosa la umanizza? Il processo di filiazione simbolica, che passa per la benedizione delle mani di una madre. Leggendo l'ultimo lavoro di Massimo Recalcati, Le mani della madre, l'impressione è che ormai il registro più significativo nel discorso pubblico, quello che utilizza il lessico antropologico e simbolico, sia saldamente nelle mani di un nuovo ed intelligente magistero 'ibrido', cioè ad un tempo laico, ma non laicista, simbolico, ma non religioso, filosofico ma non accademico, tecnico, ma non asettico e via di questo passo. Una narrazione capace di reinterpretare e quindi riscrivere interi capitoli dell'antropologia in chiave ipermoderna, cioè avendo ormai 'digerito' le molte problematiche, complessità e sfumature dei singoli discorsi.
Recalcati si muove a suo agio tra la letteratura psicanalitica, la pratica clinica, il repertorio iconografico biblico e la grande tradizione classica. E mentre gran parte del mondo cattolico investe molte energie su fronti certamente decisivi, ma per certi aspetti percepiti talvolta come 'elitari' o 'settoriali' (Gender e neuroscienze), i filoni più strategici, gli assets, del discorso pubblico, quello di cui si alimentano quotidianamente le coscienze, restano saldamente in mano a chi sa con acuta intelligenza e consumata abilità intercettare le domande vere di cui c'è sete e padroneggiare magistralmente il linguaggio simbolico.
Oltre e forse più che di minoranza sociologica, il cristianesimo sembra soffrire per una condizione di minorità culturale da cui dovrebbe svincolarsi con più audacia. Eppure...




Commenti

Post popolari in questo blog

Con rinnovato stupore

Lo zappatore

Come sentinelle nel cuore della notte