Millennials
«È proprio vero che quella dei giovani di oggi è una
generazione incredula?
È proprio vero che è una generazione uscita dal
recinto?
O non è piuttosto una generazione che si trova fuori casa, perché della casa-comunità cristiana non ha sentito il profumo, non ha sperimentato il calore delle relazioni, la responsabilità di un coinvolgimento vero, l'attenzione di un ascolto interessato?».
O non è piuttosto una generazione che si trova fuori casa, perché della casa-comunità cristiana non ha sentito il profumo, non ha sperimentato il calore delle relazioni, la responsabilità di un coinvolgimento vero, l'attenzione di un ascolto interessato?».
Queste domande aperte di Paola Bignardi concludono un’interessante
saggio in cui si presenta un’indagine sociologica sui «Millennials»,
la generazione di mezzo (‘interstiziale’), composta dai nati/e tra il 1986 e il
1992, considerando due fasce: 19-21 anni e 27-29 anni.
Il testo mette in discussione una certa lettura
"apocalittica" della condizione giovanile e riconosce piuttosto la
fluidità della situazione attuale, tesa tra un passato che non c’è più e
un futuro che non c’è ancora. Osserva C. Stercal: «Difficile sostenere
che questi giovani vivano un’esperienza lontana dalla fede cristiana. Forse, è più
corretto dire che interpretano e, anche, vivono la fede in forme lontane dalla
pratica e dalle forme istituzionali e che il loro itinerario, fortemente
caratterizzato dalle loro vicende e riflessioni personali, appare aperto, con
naturalezza, alla maturazione di un autentico rapporto di fede».
Insomma, non è vero in assoluto che non esistono più
percorsi standard di fede, ma l’esperienza di fede è sempre meno associabile ad
un percorso standardizzato.
Commenti
Posta un commento