Ed è ancora Pasqua

Le lacrime sembrano un torrente senza fine quando il dolore scava nel cuore il suo canale profondo. In quel momento tutto appare buio e senza vita. Nauseante come la vita senza speranza. 
Nel giardino della risurrezione accade l'imprevedibile. Non semplicemente l'imprevisto, ma ciò che supera ogni limite. L'odore di morte anche solo immaginato, l'esperienza della fede nella tomba si trasforma in un'esperienza di incontro nuovo. Un incontro insperato perché radicalmente impossibile. Almeno fino a quel momento.
Quello che ai discepoli appare solo un vaneggiamento di donne (cfr. Lc 24,1-12) si rivela come la conferma di una promessa: non vi lascerò orfani. L'Amato non ha deluso.
Nel giardino della risurrezione spuntano quasi come fiori dei verbi pieni di vita:

1.     Cercare: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Quante volte capita anche di restare impigliati nel regno dei morti, tra le macerie dei nostri fallimenti e delusioni e pretendere magari di trovare lì il Signore. Ma lì non lo trovi. Lui è il Signore della vita e se vuoi incontrarlo devi cercarlo altrove. Il male è assorbito dal Risorto. Tutta la gamma e tutto l’assortimento del male che sfigura l’umano viene ricomposto nella luce del Risorto. Ogni ferita viene sanata. La morte non è più l’ultima parola del film della vita. Ogni fallimento, ogni tradimento patito o provocato, ogni malattia: tutto trova pace e ricomposizione alla luce del Risorto. La rabbia, il vuoto, l’assenza, la solitudine, l’angoscia, l’amarezza, la delusione: non c’è stanza buia in cui non possa filtrare la luce del Risorto.
2.   Ricordare. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea…ed esse si ricordarono delle sue parole… Gesù aveva annunciato la sua morte e risurrezione, ma il trauma della morte aveva resettato tutto, come se quelle parole fossero evaporate. Fossilizzarsi solo sugli ostacoli o solo sulla morte arresta il flusso della vita, che è il respiro della misericordia.
3.    Annunciare: e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e agli altri. Nel giardino della risurrezione inizia un nuovo cammino. Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo sono le prime ad annunciare il Vangelo. Un annuncio fragile, affidato alla testimonianza vulnerabile delle donne e del  gruppetto dei discepoli ricompattati dopo la dispersione avvenuta nel Getsemani.

Tutto questo si condensa nel fiore della fede di Pietro: il suo vedere e credere è figura completa di un cammino che continua ancora oggi.
Ed è ancora Pasqua perché da quel giorno è sempre Pasqua.






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