La strada
Un uomo aveva due figli...(cfr Lc 15,1-32)
I luoghi diventano simboli quando attraversano le
coordinate spazio-temporali: la casa, il padre, la strada.. Da Ulisse fino ai
giorni nostri quelli sono i temi. Nel caso della parabola evangelica
emerge che scandalo patito dal figlio maggiore tradisce la sindrome dei farisei che mormoravano e accusano Gesù di essere amico dei
pubblicani e dei peccatori.
Che cosa c’è nel cuore del figlio maggiore?
Uno psicologo direbbe: c’è tanta rabbia. Vero. Il confronto tra il semplice capretto che avrebbe potuto chiedere e che però
non l’ha mai fatto per paura e il vitello
grasso ucciso alla svelta per
il fratello tornato da chissà dove la dice lunga sulla possibilità anche solo
di immaginare la festa.
C’è una costante invidia verso il fratello più giovane che ha
avuto il coraggio di fare quello che forse avrebbe voluto fare anche lui tante
volte. Vero.
C’è l’incapacità di gioire per l’altro. Vero.
C’è un rapporto servile con il padre. Vero. Il figlio
maggiore lavorava pensando tra sé che a lui era toccato l’ingrato compito di
portare avanti l’azienda di famiglia. È rimasto in casa, ma vive come uno dei
servi.
Potremmo continuare a lungo perché molte sono le sfumature
della tristezza nel cuore. Eppure quante volte la conversione appare
un linguaggio d'altri tempi. E le ribellioni le inquadriamo solo come processo
di crescita. Almeno per i più fortunati.
E se invece quell’andarsene fosse proprio necessario perché
si realizzi un giorno l'autentico ritorno?
Quante volte la fatica e la paura di spiccare il volo diventa un alibi per
restare a casa non in modo libero. La strada
verso casa - linguaggio ampiamente inflazionato - non è mai uguale per
tutti. Ma è bene che sia così. Per ognuno anche lo stesso abbraccio sarà
diverso semplicemente perché unico.
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