La voce

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.

“Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”.

Voce e vita sono due parole speciali. Di quelle che non mentono.
Non c’è vita senza riconoscere la voce che ama. I bambini imparano a parlare così. Imparano perché amano la voce di mamma e papà, i loro nomi onomatopeici e fonosimbolici. Poiché amano la voce ripetono qui suoni che formano le parole. 
Non bastano le parole. Serve la voce. È l’intensità, il calore, il timbro, l’intonazione della voce che ci trasmette qualcosa. Il resto sono solo fredde parole e un pensiero afono. Vuoto.
"La voce è la coscienza", ha detto Derrida.
Il punto è sentirla…e qui non è facile continuare il discorso. Oggi chi dice "Sento una voce" viene spedito al primo Centro Igiene Mentale della zona. Eppure la posta in gioco è quella: sentire quella Voce, perché il Pastore fa valere un criterio molto chiaro: voi non mi potete seguire finché vi illudete di conoscere Dio e pretendete di comprendere la sua parola senza nemmeno ascoltare la mia voce. 
Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce (Gv 18,37).
Essere "dalla verità" è ascoltare la Voce. La 'voce della verità' non viene da un oracolo un po' snob, ma dal volto tras-figurato dell'Uomo dei dolori.
Perché la parola diventi vita bisogna ascoltare la voce e perché la vita abbia gusto occorre seguire l'Agnello ovunque vada.
E magari cercare di intravedere il suo Volto mentre una voce fa risuonare quelle parole: Questo è il mio corpo




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