"L'umano è chi va così, a capo scoperto, nella ricerca mai interrotta di chi è più grande" (C. Bobin)
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Ascoltare il racconto del mondo visto a diciannove anni è come un tuffo nella pura spontaneità. Giacomo e Giovanni ci mettono però quel qualcosa in più che rende speciale questo testo.
Quante volte Gesù, il rabbì che amava i banchetti, è andato a cena con i suoi discepoli in case di farisei o di pubblicani o di pubblici peccatori come Matteo Levi o Zaccheo. Mai però era arrivato a tanto, cioè a fare della tavola un luogo di rivelazione: Questo è il mio corpo . Solo alla fine, nell' ultima cena, Gesù ha rivelato il senso ultimo e più profondo di tutte quelle altre cene e banchetti: non per semplice amicizia né per simpatia o affinità elettiva. Non per anticonformismo. Ma semplicemente e unicamente per amore. Un amore capace di una donazione di sé che giunge a spezzarsi per l'altro, come il pane spezzato per voi e per tutti . All'inizio del Triduo pasquale, cuore del cuore dell'anno liturgico, mentre ancora il profumo di nardo dell'unzione di Betania rimane nell'aria, il profeta tesse il canto dell'Agnello, mostrando come il suo dono nel corpo viene offerto per consolare tutti gli afflitti, per dare agli afflitti di Sion una corono inve...
" Lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire " (Lc 13,9). La misericordia, la pazienza e la benevolenza sono i tratti inconfondibili del Padre, che Gesù è venuto a rivelare: chi vede me, vede il Padre (Gv 12,45), disse un giorno Gesù. Ecco perché l'invito che si fa pressante alla conversione ( Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo ) non è angosciante, ma liberante. Per esplicitare ulteriormente che Dio ha di meglio da fare che non far crollare torri o far cadere aerei, Luca abbina una piccola parabola che fa respirare: il Padre non distribuisce castighi e non colpevolizza nessuno, ma gioisce quando la nostra vita porta frutto. Ed è disposto, oltre che a zappare, ad attendere, anno dopo anno, Quaresima dopo Quaresima, che il nostro cuore si sciolga nell'incontro con Lui. Bello questo Padre paziente e tenace come un contadino esperto! D'altra parte, Dio è uno s...
Mi gridano da Seir: Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte? La sentinella risponde: Viene il mattino, e poi anche la notte se volete domandare, domandate, convertitevi, venite! (Isaia 21, 11-12) L'Avvento è il tempo dei profeti. Quando ascolto questi versetti di Isaia, mi torna sempre in mente il celebre "discorso della sentinella" di Giuseppe Dossetti, tenuto per commemorare l'amico Giuseppe Lazzati. Correva l'anno prepandemico 1994 (c'è un effetto Covid anche sulla memoria: tutto sembra azzerato a gennaio 2020). Era l'11 maggio e qualche mese prima il Cavaliere aveva annunciato tramite un messaggio videoregistrato la sua "discesa in campo". Il resto è storia nota. In quell'occasione, il monaco di Montesole, uscito da tempo dalla scena pubblica, usò parole molto forti per sottolineare il fatto che la notte va riconosciuta effettivamente come notte. Parlò da profeta, denunciando "evidenti sintomi di d...
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