In tempi migliori...
Se basta un terremoto o l’elezione di
un presidente per spaventarci circa il nostro tempo, il testo evangelico (cfr. Lc 21,5-19) suona come una sveglia: perché quando sentirete o vedrete di guerre e di rivoluzioni, non vi
terrorizzate. Cosa significa questo?
La preghiera di colletta richiama l'orizzonte di fondo: fa’
che attraverso le vicende liete e tristi di questo mondo teniamo fissa la
speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita.
È importante tenere chiaro, limpido questo orizzonte – cioè fissare la speranza
in Gesù e nel suo Regno – perché spesso noi ci arrendiamo presto, prendiamo
paura dei cambiamenti e in fondo dubitiamo dell’amore del Signore, cioè che Lui
voglia veramente il bene e non la distruzione.
Gesù profetizza la distruzione del tempio di Gerusalemme che avverrà
effettivamente 40 anni dopo, nel 70 d.C. Luca scrive il suo Vangelo verso
l’anno 85 d.C. Nei cinquant’anni che sono trascorsi dalla morte e risurrezione
di Gesù sono accaduti fatti tremendi. Ci sono state guerre, rivoluzioni
politiche, catastrofi, il tempio di Gerusalemme è stato distrutto, i cristiani
sono vittime di ingiustizie e persecuzioni. Come spiegare avvenimenti tanto
drammatici? Le disgrazie – specialmente la distruzione del tempio di
Gerusalemme- sono forse segni della fine
del mondo che si avvicina – pensavano - e
del Signore che sta per tornare sulle nubi del cielo? No. Sono piuttosto
l’occasione in cui esercitare la pazienza e la perseveranza che portano a
restare uniti al Signore Gesù e quindi alla salvezza.
Non ci sono di per sé condizioni
favorevoli o avverse per vivere come discepoli. Anzi, quando le cose vanno
bene, quando ci lisciano la pancia, non è quello il momento in cui si manifesta
la nostra testimonianza. La testimonianza dei discepoli si manifesta nei
momenti di difficoltà, di avversità, di contrasto. Lì viene fuori la tempra del
discepolo che non ha paura.
Ricordiamoci della testimonianza dei
primi martiri cristiani, che vedevano nell’imperatore Costanzo l'anticristo: e
sapete perché? Perché Costanzo, dicevano, «non ci colpisce sul dorso, ma
ci accarezza il ventre». Per testimoniare il Vangelo non è bene aspettare i tempi migliori...
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