Inversione
Il racconto dei due discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35) può essere certamente interpretato come una catechesi lucana sulla liturgia eucaristica, anche se il termine 'catechesi' rischia di ridurre l'ampiezza, la profondità e la ricchezza di questo capolavoro narrativo.
Anzitutto la location, che è la strada, il luogo più 'laico' e non religioso per eccellenza. Il Crocifisso risorto si affianca come 'forestiero' e si fa compagno di viaggio lungo la via dell'amarezza dei due discepoli. E' il Dio che si incontra "nei luoghi della vita, nei volti, nei piccoli gesti quotidiani" (E. Ronchi). Ed è proprio lungo la strada si realizza qualcosa di inatteso ed imprevisto: una conversione, o meglio di una vera e propria inversione a "U": dalla direzione iniziale (Emmaus), i due tornano indietro verso il luogo da dove erano partiti (Gerusalemme).
Ma l'inversione è anche del cuore, che passa dalla tristezza alla gioia, dalla delusione all'entusiasmo, dallo sconforto alla speranza: ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Quell'incontro che sfocia in un 'incendio' del cuore, rapito dallo stupore e dalla meraviglia (Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?), non è definitivo, ma provvisorio, cioè in un certo senso 'pedagogico'. Gesù entra per rimanere con loro, ma poi diventa invisibile (sparì dalla loro vista), perché i due ritornino nel gruppo degli Undici. Lui ritornerà, certo, come viene acclamato in ogni liturgia eucaristica, celebrata nell'attesa della tua venuta...
L'importante è nel frattempo il cuore rimanga caldo...
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