Piazzale della chiesa del Sacro
Cuore, qualche settimana fa. «Guarda, don, com’è fiorito il mandorlo!». Il
mandorlo era quello della canonica e una voce amica mi invitare a fare attenzione a quei rami. Preso dai miei pensieri non mi ero ancora accorto
di quella stupenda fioritura, ma quell’invito ad alzare gli occhi mi ha come
‘destato’. E quando ho visto quell’esplosione di vita e di colore, complice un
soleggiato cielo primaverile, mi sono accorto che quello era già un… segno
pasquale! Già, perché quel semplice gesto (alzare gli occhi) mi ha fatto
ricordare che nella Chiesa succede proprio così: non sei tu da solo che
incontri Dio, che fai esperienza di Lui, che ti ‘converti’, ma è attraverso
l’aiuto degli altri, di fratelli e sorelle che rompono il tuo ‘guscio’ e ti
conducono a Gesù, come per i primi discepoli (cfr. Gv 1,40-42). Tutti abbiamo
bisogno che qualcuno ci dia una scossa, ci risvegli dal ‘letargo’ quotidiano,
dove lo sguardo appare spesso imprigionato sul display di uno smartphone.
Abbiamo bisogno di una voce amica che ci faccia alzare lo sguardo per
riconoscere la bellezza di un Dio che è sempre all’opera. Un Dio che coltiva
sempre lo stesso sogno: “salvarci”, cioè veder germogliare la nostra vita in
pienezza. Per respirare da figli e non più da schiavi. Il significato letterale del
termine ebraico che indica il mandorlo non a caso è “uno che si sveglia” (il
mandorlo è il primo tra gli alberi a fiorire). Il profeta Geremia vide in
visione un germoglio di mandorlo e il Signore gli dice: «Hai visto bene, poiché
io vigilo sulla mia parola per realizzarla” (Ger 1, 12).
La gioia pasquale è tutta qui: il
male e la morte sono vinti da un Amore che nasce sulle ceneri dei nostri
fallimenti, dei nostri vicoli ciechi, delle nostre ‘croci’… L’azzurro del
mattino di Pasqua ingloba le tenebre del Venerdì Santo, quando si fece buio su
tutta la terra. Cala il sipario su un mondo perché possa nascerne uno nuovo. E
questa nascita continua! Noi siamo stati immersi in questo “battesimo della
Croce” e rinati a vita nuova, la vita nello Spirito. Ma questa vita “nello
Spirito” si realizza – sembra strano, ma è proprio così! – passando attraverso
la trama dei giorni: persone, sorprese, imprevisti, i piccoli gesti di ogni
giorno. Il Crocifisso risorto è vivo e all’opera in mezzo a noi, e sa trasformare
le esperienze di dolore, di fallimento e di peccato in una rinascita. Veramente
il Signore è vicino in modo discreto ad ogni cuore ferito, che solo
l’esperienza profonda e gratuita del perdono può guarire in profondità.
La vita di ciascuno di noi possa ‘fiorire’ davvero,
portando un frutto che «rimanga» (Gv 16,16). Buona Pasqua a tutti!
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