Chi fa cosa

In passato la solennità del Corpus Domini era una festa in un certo senso "trionfalistica", pur se ben motivata, ma che faceva parte di un certo contesto sociale e culturale. Si festeggiava di giovedì, per mantenere il rapporto con il giovedì santo e riprendendo il tema dell’istituzione dell’eucaristia. 
Oggi che viviamo in un conteso completamente diverso, le tradizionali "infiorate" sono rimaste, ma si sono lentamente trasformate in un'arte autonoma dal contesto di fede che le ha generate. Le processioni del Corpus Domini sono diventate così oggetto di studio dei sociologi della religione, vere sentinelle del nostro tempo.
La liturgia, però, custodisce ancora la percezione che c'è molto altro in gioco. Anzitutto una memoria viva: per Israele la memoria dei prodigi del Dio liberatore è un memoriale (zikkaron). "Memoriale" è più di memoria: è una memoria viva!
Ma c’è mangiare e mangiare. C’è un cibo che dà la vita biologica e un cibo che nutre la vita del cuore.
Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita (οὐκ ἔχετε ζωὴν ἐν ἑαυτοῖς), afferma solennemente Gesù. Nella teologia giovannea è chiaro il link tra l'Eucaristia e la vita: è l’Eucaristia che fa la comunità.
In un tempo in cui anche i partiti si considerano comunità di uomini e donne accomunati da certi ideali e i loro leader si rivolgono alla propria comunità, ci si può chiedere dove sta la differenza tra una comunità cristiana e le altre forme di comunità. Magari è proprio quel Pane spezzato che ci rende un solo corpo, pur mantenendo unicità personale di ciascuno. 
Proprio come i fiori...


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