Il Dio longanime

La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.  (…). Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Questa suggestiva descrizione della pazienza di Dio del cap. 12 del libro della Sapienza è stata scelta per contestualizzare la celebre parabola del grano e delle zizzanie (al plurale nel testo greco).

È necessario tenere conto, come per tutte le parabole, del contesto della loro redazione, cioè delle comunità cristiane a cui Matteo si rivolge e da cui lui stesso proviene. Con il Vangelo di Matteo siamo alle prese con la terza generazione dei cristiani, cioè di coloro che non hanno conosciuto direttamente Gesù hanno avuto testimonianze dirette di lui, e soprattutto attendono la sua venuta finale. Però il dilatarsi dell'attesa provoca dei problemi, in relazione a come vivere questo tempo di attesa: come è possibile tollerare all’interno della comunità dei redenti che ci siano situazioni incompatibili con la fede cristiana e con il suo relativo ordine morale? Com’è possibile che ci siano degli scandali che rallentino il cammino della fede i battezzati? Dobbiamo accettare che possono convivere uno accanto all'altro il santo è il peccatore?
Tutte queste domande e molte altre che potremmo porci, ci fanno capire come siamo molto vicine anche il nostro contesto di oggi in cui diverse persone non vivono più direttamente l’esperienza della fede.
Come porsi davanti a tutto questo con quale atteggiamento?
La parabola ci suggerisce - attraverso la figura del padrone - un modo di pensare diverso, in cui si accetta pazientemente che il bene e il male siano mescolati tra loro. Viceversa, gli operai rappresentano la figura di coloro che nella comunità non accettano questa compresenza e vorrebbero semplicemente sradicare in maniera drastica e netta il male dalla comunità, identificandolo in maniera precisa e puntuale. La parabola, quindi, suggerisce due possibili approcci: quello spaziale, che non tollera la mescolanza, e quello temporale, in cui il crescere insieme non è la soluzione definitiva, ma la strategia di lungo corso. La compresenza del grano e della zizzania sembra intollerabile e quindi l’iniziativa degli operai di strappare la zizzania pare coerente con una logica di separazione e di distinzione da una parte il bene e dall’altra il male punto lo sviluppo della parabola invece suggerisce un approccio diverso che potremmo dire ispirato a quel primato del tempo sullo spazio di cui parla anche l'esortazione Evangelii Gaudium: «il tempo è superiore allo spazio».

Il tempo che stiamo vivendo, che durerà fino alla consumazione del tempo stesso, è il tempo dell'attesa, un Avvento che durerà fino all'ultimo giorno. L'importante è vivere il tempo che ci è dato dal Dio longanime dilatando le pareti del cuore e facendo spazio al seme buono che è stato piantato in noi. Così i covoni del grano buono saranno abbondanti...
Buona domenica!




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