Una domanda imbarazzante

Gesù sceglie Cesarea di Filippo come location per fare il suo “sondaggio”. Ma alla domanda La gente chi dice che io sia? giungono delle risposte suggestive, anche allettanti, ma "vecchie", che sanno di passato…uno dei grandi. Peccato solo che siano tutti morti. Nessuno coglie la novità che è Gesù in quel momento.
Allora Gesù fa la domanda diretta, che va diritta al punto: E per voi chi sono io? È una domanda molto personale, non da esame di Stato.
Pietro risponde correttamente, ma lo fa non per sue forze, perché è più intelligente ed audace di altri. Lo fa perché ha ricevuto una rivelazione: il Padre lo ha ispirato nella sua confessione di fede. E per questo diventa roccia (non pietra). Qui Matteo amplia molto il discorso di Gesù rispetto a Marco e Luca e presenta i compiti di Pietro, che sono quelli tipici del maggiordomo di corte nelle antiche monarchie. Ecco perché il riferimento alle chiavi e alle porte. Il maggiordomo dev’essere un uomo degno della totale fiducia del re.
Alla risposta di Pietro aggiunge anche il titolo di Figlio di Dio e nomina la Chiesa, come insieme dei credenti che, uniti a Pietro, riconoscono Gesù come il Cristo e il Figlio del Dio vivente.

La domanda di Gesù non è una domanda informativa, una pura curiosità. È una domanda di relazione. Ma voi chi dite che io sia? esprime il desiderio di una relazione intima, profonda, che tocca il cuore. Gesù conosce il cuore dei suoi discepoli, ma vuole che siano loro a rispondere. Vuole attivare la loro risposta personale...Qui la domanda può farsi imbarazzante anche per i discepoli: per chi hanno lasciato barche, reti e famiglia...?

«Gesù non cerca formule o parole, cerca relazioni. Non vuole definizioni ma coinvolgimenti: che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato? La sua domanda assomiglia a quelle degli innamorati: quanto conto per te? Che importanza ho nella tua vita? Gesù non ha bisogno della risposta di Pietro per avere informazioni o conferme, per sapere se è più bravo degli altri maestri, ma per sapere se Pietro è innamorato, se gli ha aperto il cuore. Cristo è vivo, solo se è vivo dentro di noi. Il nostro cuore può essere la culla o la tomba di Dio. Cristo non è le mie parole, ma ciò che di Lui arde in me» (E. Ronchi)

A me pare che questo sia il livello della fede. La fede non sapere sempre le risposte giuste, ma mantenere viva la relazione. Se non proprio proprio da innamorati, almeno da ricercatori. Con una punta di nostalgia.

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