L'intruso
Pietro aveva inteso benissimo l'antifona: se Gesù fa quella brutta fine, probabilmente toccherà anche ai suoi discepoli (cfr. Mt 16,21-27). Meglio prenderlo in disparte e fargli capire...chi comanda qui! Non mi ha appena detto che su di me fonderà la sua Chiesa? Non siamo nemmeno partiti e lui lavora già per il fallimento! Ma come si fa? "Questo non ti accadrà mai".
I pensieri secondo gli uomini di Pietro pescatore eletto Papa ricordano quelli del Grande Inquisitore descritto nella leggenda che Ivan Karamazov racconta al fratello Alioscia...Gesù appare come uno scomodo intruso rispetto al progetto di addomesticare il cristianesimo, tentazione sempre presente nella storia. Il Vangelo ce lo ricorda continuamente.
Ma il Vangelo non è modellato sull'uomo, ricorda san Paolo, cioè non segue la psicologia umana, nella quale spesso si mescolano l'ancestrale paura della morte e l'avventato eroismo di chi dice ingenuamente (e presuntuosamente): "Darò la mia vita per te". Ma il Signore non ha bisogno che noi diamo la nostra vita per Lui. Per fortuna, verrebbe da dire, perché se stiamo ai racconti evangelici non è stato un buon affare per Dio: all'inizio della passione troviamo scritto che tutti i discepoli lo abbandonano.
La speranza alla quale siamo chiamati non ha la piccola misura dei nostri sogni e desideri, ma l'ampiezza, la larghezza e la profondità di un amore che è capace di donarsi senza ricevuta di ritorno.
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