Il Dio scomodo
Chi sei? Per tre volte i sacerdoti e i leviti, stanchi ambasciatori di un mondo religioso ormai lontano da Dio, chiedono a Giovanni Battista le sue generalità: Tu, chi sei? Vorrebbero che il "fenomeno" del deserto si qualificasse, esibisse il patentino che lo autorizza a predicare in nome del Signore. Ma il Battista non esibisce né passaporto, né codice fiscale, né partita IVA. Dice semplicemente chi non è ("Non sono il Messia") e chi effettivamente è:«Io sono voce di uno che grida nel deserto».
Ora, uno che grida nel deserto non dovrebbe preoccupare nessuno, soprattutto a Gerusalemme. Forse avrà bisogno di un TSO, ma certamente non dovrebbe impensierire le autorità religiose. Eppure la sua preoccupazione è scomoda perché attira la gente. Invece di andare diligentemente nel tempio di Gerusalemme, accorrono da lui. Corre un brivido lungo la schiena: e se quella voce che grida nel deserto fosse quella di Dio? Di un Dio ormai lontano dal culto che gli rendono gli uomini religiosi, "un imparaticcio di usi umani", lo definisce sferzantemente il profeta Isaia (cfr. Is 29,13-24). Un Dio che ha scelto di "delocalizzarsi" dal centro religioso e di ricominciare la sua storia di salvezza nel deserto. Un Dio forse abbandonato dagli uomini e che trova in Giovanni Battista un "precursore".
Un Dio scomodo, che si serve di profeti per annunciare non una nuova pratica religiosa, ma un regno di giustizia e di pace, che proclamerà la libertà degli schiavi e la la scarcerazione dei prigionieri (cfr. Is 61): parole suggestive da ascoltare, ma forse troppo scomode per essere messe in pratica.
Chi è Giovanni, il cui nome significa "Dio usa misericordia"? Giovanni Battista è figlio di Zaccaria, che era un sacerdote levita, ma non segue la ‘carriera’ paterna. Fugge da Gerusalemme per andare nel deserto. Probabilmente vive un periodo nella comunità monastica di Qumram, poi sceglie il deserto per essere "testimone della luce".
La sua profezia è scritta nella sua stessa vita, fino al momento in cui la sua testa rotolerà a terra per il capriccio del potente di turno: il mondo degli uomini religiosi, avvitato in giochi di potere e di palazzo, è diventato impermeabile al messaggio di salvezza. Dio deve cercare altre strade, altri mediatori, per far giungere la sua voce.
Giovanni non ha voce, ma è voce: non è il leggendario Frank Sinatra ("the voice"), ma un uomo di Dio: un uomo tutto d'un pezzo. Un uomo libero. Un testimone, consapevole di portare una parola più grande. Scompare, non appare. Si comporta nel modo esattamente contrario di come facciamo noi oggi, che ci mettiamo in mostra, ci facciamo i selfie, postiamo le nostre vite su Facebook.
La voce di Giovani Battista risuona cristallina: acqua pura e fresca per cuori assetati dello Spirito e di Dio. Pensiamoci, mentre attraversiamo gli scaffali e i nostri occhi si posano sulle vetrine, che forse Dio ci attende, sì. Ma nel deserto. Non per un trail biblico, ma per parlare al nostro cuore e "scomodarci" con la venuta del suo Regno.
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