Il guaritore

Nella sinagoga di Cafarnao, il "campo della consolazione" (Girolamo), c’è un problema, che però nessuno vede: cosa ci fa uno spirito impuro in una sinagoga? Da quanto tempo è lì? 
E soprattutto: come mai è presente? 
Com’è possibile che in luogo santo sia presente una persona posseduta dal male?
Ecco il vero problema. 
Gli uditori di Gesù, invece di porsi queste domande, sembrano preoccupati di altro, cioè dell'identità del guaritore. Del suo inquadramento: Che è mai questo?
La novità del “Vangelo” consiste esattamente nell'infrangere il paesaggio a cui ci si abitua. 
Il risvegliatore si fa guaritore. Non può che essere così perché Colui che è il volto della misericordia non non può restare indifferente rispetto al male, anche a costo di provocare una sofferenza (straziandolo e gridando forte). Ma è una sofferenza per la vita.
Gesù «non parla di liberazione, libera; con pronuncia discorsi su Dio o spiegazioni circa il male, ma si immerge come guarigione nella vita ferita» (E. Ronchi).
La guarigione, ogni guarigione, comporta una certa sofferenza. Sempre, perché il male tende a radicarsi. Ma la grazia della liberazione è più forte di ogni catena e di ogni rimozione.


Commenti

Post popolari in questo blog

Con rinnovato stupore

Lo zappatore

Come sentinelle nel cuore della notte