Il palpito del cuore

La presenza innocua e rassicurante dei cosiddetti "re magi" nel presepe cela in realtà una delle dimensioni più 'indigeste' del mistero del Natale, celebrata in questa festa dell'Epifania: con l'Incarnazione del Figlio, il Padre vuole che tutti gli uomini si salvino per mezzo di Gesù Cristo. 
Partecipando alla "stessa eredità", precisa Paolo: sia giudei, sia pagani. Forse per noi appare un messaggio "distante", almeno nella misura in cui non abbiamo ancora capito che cos’è questa “eredità” alla quale siamo chiamati a partecipare.

Nella tradizione cristiana i Magi rappresentano simbolicamente i popoli pagani che, pur non avendo conosciuto Gesù, esprimono nei suoi confronti una confessione di fede attraverso i tre doni: oro, incenso e mirra.
In realtà la  distinzione tra credenti  e non credenti non aiuta molto a pensare. Soprattutto perché traccia dei confini così netti tra credere e non crede che in realtà none esistono in modo così chiaro e preciso, Ecco perché considero interessante la distinzione ripresa nel volume del pensatore ceco, Tomas Halik, che si intitola Voglio che tu sia (il titolo riprende una frase attribuita a s. Agostino che tenta una «definizione dell’amore»: «Amo – vuol dire Voglio che tu sia»).

Scrive Halik:

Fino ad oggi, la Chiesa ha preparato i suoi servi soprattutto alla cura pastorale del suo gregge disciplinato o alle missioni per ricondurre al gregge le pecore perdute. Nel futuro al quale siamo ormai avviati, la Chiesa avrà un terzo compito, completamente diverso: accompagnare coloro che cercano. Secondo il sociologo Robert Wutnow, oggi la maggiore linea di divisione non è tra «credenti» e «non credenti», ma tra «residenti» (dwellers) e «cercatori» (seekers). 
E uno dei grandi segni dei nostri tempi è che i «residenti» (sia nel terreno dei credenti, sia in quello degli atei) stanno diminuendo, mentre aumentano i «cercatori» – quelli non tradizionalmente credenti, ma anche i «non credenti» – che comunque non sono persone affette da «amusia spirituale».

Di fronte a questo non possiamo non porci una domanda personale, a cui ognuno deve rispondere con grande libertà interiore: "Ma io sono un "cercatore"  o un "residente"...?" Per cosa palpita il mio cuore? Il profeta Isaia ci suggerisce la via dell stupore, una strada che oggi siamo chiamati a percorrere con più convinzione, perché solo nel Signore c'è salvezza e pienezza di vita: 

Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,



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