Il profumo della conversione

Quest'anno il mercoledì delle Ceneri cade il 14 febbraio. Strano abbinamento. O forse no? In fondo, in entrambi i casi si parla di amore.  Anche se...
Le ceneri sono grige. Sanno di morte. Quella del fuoco che le ha prodotte. Eppure hanno una loro fertilità. Nell’antichità, si bruciavano tratti di bosco sia per liberarlo dagli alberi sia per aumentarne la fertilità proprio grazie alla cenere che restava sul terreno. La cenere riduce l’acidità del terreno, influenzando, di conseguenza la nutrizione della pianta. I nutrienti contenuti nella cenere favoriscono la fioritura, la fruttificazione e lo sviluppo delle radici delle piante.
Vale anche per il cuore...?
Chi è innamorato vede tutto il mondo a colori, cenere compresa. Ma poi si riprende presto dall'abbaglio. Anche il mondo del religioso a volte appare molto grigio, un grigio cenere che sa poco di vita. Eppure... Forse il "nutrimento" che possiamo ricavare dal gesto rituale è un profumo e un colore diverso per le nostre giornate: profumati la testa e lavati il volto, dice Gesù ai suoi discepoli. Quelle ceneri ci parlano di un fuoco che c'è stato (sono stati bruciati i rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno scorso) e che c'è ancora: quello dell'amore misericordioso e perdonante del Signore. 
"Fare penitenza" significa liberare spazio interiore perché quell'amore possa ancora una volta risplendere, illuminare e riscaldare in modo nuovo.
I cristiani dovrebbero assomigliare di più a degli innamorati. 
E se fosse questa la famosa "trasformazione missionaria della Chiesa"...?



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