Un racconto scandaloso
Difficile raccontare la fine della vita di Gesù. Soprattutto se ci si rivolge a dei lettori che conoscono già il finale. Marco lo sa. Sa che non può puntare sull'effetto sorpresa e che quel racconto è patrimonio comune delle comunità. Eppure c'è sempre il rischio che diventi un rito senza forza. Una storia senza amore.. .
Marco cerca di ri-significare in modo narrativo il succo di quella storia, che è la storia di una morte scandalosa: Gesù è abbandonato dai suoi discepoli, sommariamente processato ("Che bisogno c'è di sentire altre testimonianze?") barattato con un altro prigioniero e consegnato al patibolo. Una morte tormentata. Una passione. Il racconto non sfuma l'angoscia di Gesù ("La mia anima è triste fino alla morte") e l'incapacità dei suoi stessi discepoli di stargli vicino in quel momento cruciale. Ma in tutta questa oscurità risplende la forza di una parola che si fa grido: Abbà!
"Chi entra in comunione con lo Spirito del Cristo pasquale scopre che la distanza fra il momento presente e l'avvenimento raccontato è abolita" (B. Standaert). Accade proprio così.
"Chi entra in comunione con lo Spirito del Cristo pasquale scopre che la distanza fra il momento presente e l'avvenimento raccontato è abolita" (B. Standaert). Accade proprio così.
Gesù, l'abbandonato da tutti, trasforma quell'abbandono in puro dono. Semplicemente questo.
E mentre gli uomini continuano a gridare a dividersi, a rivendicare un fazzoletto di terra, il Seme caduto in terra si fa Spirito che soffia "dove vuole".
Ieri come oggi.
Ieri come oggi.
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