Folla all'eremo
Non una Spa, non un resort, non un beauty center, ma un "luogo deserto, in disparte" (Mc 6,32): è la location segreta scelta da Gesù per offrire ai suoi discepoli diventati missionari ("apostoli") un po' di calma e pace. Per recuperare le forze e "rincentrarsi". Il rischio della dispersione era effettivo, dato che erano molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo per mangiare (Mc 6,31).
Pur non disponendo di segnale GPS, il piccolo gruppo è stato facilmente rintracciato dai molti inseguitori e appena scesi una grande folla (Mc 6,34) li attendeva: non per un selfie o un autografo e nemmeno per chiedere guarigione e salvezza. Questa volta la folla è affamata di parole: parole di vita, parole di senso, parole di verità...
E proprio per questo, Gesù è mosso a compassione (ebbe compassione di loro): perché è una folla smarrita e disorientata (come pecore senza pastore...). E invece di approfittare di quella fragilità e di proporsi come leader politico, Gesù sceglie ancora una volta l'ultimo posto: quello di educatore delle coscienze.
Pur potendo, non si lascia tentare dal potere e non approfitta in nessun modo della situazione, ma si dispone ad insegnare "molte cose". E il velo con cui l'evangelista sfuma la finale, lascia intendere che sono molte le cose da imparare per chi ha sete di senso e verità.
E così, l'eremo solitario scelto da Gesù si popola di una moltitudine colorata di fratelli e sorelle, che grazie al suo insegnamento non è più "folla" anonima e dispersa, senza volto e senza nome, ma comunità.
Per chi ci crede, semplicemente: Chiesa.
Commenti
Posta un commento