Non c'è trucco, non c'è inganno
Si Deus, unde malum? Se c'è Dio, da dove viene il male?
Se lo chiedeva già s. Agostino molti secoli fa e continuiamo a chiedercelo anche noi. Se non tutti, almeno in molti. Per chi cerca di credere, è certamente un enigma inaggirabile con cui prima o poi fare dolorosamente i conti.
Il problema del male e della morte non è anzitutto un problema filosofico e teologico, ma un faccia a faccia continuo con il Dio della vita: Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi (Sap 1,13). Eppure noi siamo sempre tentati di pensarla così, complice un'immagine di Dio su cui si allungano le ombre di quel sospetto originario («È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?»). E per quanto il saggio lo ribadisca (Dio ha creato tutte le cose perché esistano...in esse non c'è veleno di morte), quel veleno inquina troppo spesso il nostro cuore, rendendoci diffidenti. E così anche la bontà di una semplice mela ci sembra ancora celare un inganno. Oggi forse più chimico che divino.
Eppure c'è un altro modo di vedere le cose.
E' quello del Maestro venuto da Nazaret (cfr. Mc 5,21-43). Gesù non resta indifferente al male e alla morte che l'uomo patisce, ma entra nelle stanze del dolore e della disperazione (ed entrò dov'era la bambina) portando con sè i suoi discepoli e i genitori della bambina.
A coloro che lo seguono mostra come ci si avvicina al dolore, con discrezione e senza chiacchere (egli vide il trambusto della gente che piangeva e urlava forte).
A coloro che avevano dato la vita, Colui che è la Vita restituisce la loro bambina, sottraendola dal sonno della morte.
E a colei che aveva vissuto una vita (aveva perdite di sangue da dodici anni) nel dolore e nella solitudine, senza nemmeno un abbraccio di consolazione, per quella sua fede Gesù offre guarigione e pace.
Quello di Gesù, è il volto di un Dio senza trucchi, né inganni, talmente solidale con l'umanità sofferente da farsi egli stesso servo sofferente.
Le azioni di Gesù noi le chiamiamo "miracoli" e ne abbiamo dato una "definizione" che suona più o mano così: fatti imprevedibili che vanno oltre le possibilità umane, dovuti ad un intervento "soprannaturale".
E se il vero miracolo fosse proprio la fede...?
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