Vicini e lontani

La lavastoviglie dei farisei è sempre al lavoro: piatti e bicchieri non si contano. Persino i letti devono essere "decontaminati". 
La volontà di attenersi alla "tradizione degli antichi" (Mc 7,3), pur con tutte le buone intenzioni, è ben presto sfociata in una sorta di ossessione. Noi la vediamo così perché ormai vediamo malattie della mente dappertutto. Da Freud in poi non ci siamo forse abituati a vedere il mondo religioso come la più grande fiera campionaria della psicopatologia del quotidiano?
Eppure Gesù non punta il dito contro "la religione" in sé, ma contro gli uomini religiosi che hanno il cuore lontano da Dio: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me (Is 29,13). 
La distanza è il segnale più evidente quando una relazione non funziona più: chi non ama più una persona "prende le distanze": perché non dovrebbe essere così anche con Dio...? 
Ecco perché Gesù vede come fumo negli occhi la distinzione diventata umana e troppo umana tra "puro" e "impuro". Non è certo Dio a voler creare le distanze dall'uomo! Tanto meno vuole avvelenare il rapporto. Insomma, tutte le mele sono buone e non c'è nulla fuori dell'uomo che possa renderlo impuro (Mc 7,15). Ma un Dio così benevolo appare non credibile per l'uomo falsamente religioso.
E' una religiosità vuota (invano mi rendono culto...) quella che non vede il segreto del cuore dell'uomo: solo quando dimentica se stesso arriva ad amare. E "dimenticare se stessi" vuol dire  amare accettando i propri e altrui limiti. 
Al contrario, il cuore che non accetta limiti ai propri desideri è come un vulcano che erutta le cose cattive che vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo (Mc 7,23). Tutto è buono per il cuore puro che si lascia incontrare nella sua debolezza. In fondo era questo il senso delle leggi e delle norme prima della loro distorsione farisaica: vivere bene nella terra promessa. Non era forse la vicinanza di Dio al suo popolo il vanto di Israele? Quale nazione ha gli dei così vicina sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? (Dt 4,7). Eppure...
Accorciare le distanze con Dio (e a volte anche con gli altri...) non è compito di una domenica. 
Ce n'è per una vita intera. 




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