Genio femminile
A Treviso succede anche questo. Nella cucina in cui santa Bertilla pelava le patate ora si celebra l'Eucaristia. La stessa stanza che un tempo ospitava il focolare e i pentoloni dell’ospedale Santa Maria dei Battuti, «l'ospedal Grando», nei cui corridoi e stanze santa Bertilla si è donata fino all'ultimo respiro, ora ospita un ambone e un altare. Una sorta di piccola Nazaret.
Per parlare, il Signore sceglie le persone più umili e semplici, quelle sulle quali nessuno ragionevolmente investirebbe in formazione. E' andata così anche per Bertilla, lei che non sapeva scrivere bene e non aveva le qualità per fare la maestra. Evidentemente ne aveva molte altre. Soprattutto aveva un cuore infiammato dalla carità: "La nostra via è fatta di piccoli atti: compiamoli generosamente".
Umiltà, obbedienza e nascondimento. In queste tre parole vi è il "genio femminile" celebrato da papa Francesco nel n. 12 di Gaudete et Exsultate:
Tra le diverse forme, voglio sottolineare che anche il “genio femminile” si manifesta in stili femminili di santità, indispensabili per riflettere la santità di Dio in questo mondo. E proprio anche in epoche nelle quali le donne furono maggiormente escluse, lo Spirito Santo ha suscitato sante il cui fascino ha provocato nuovi dinamismi spirituali e importanti riforme nella Chiesa. (….) Mi preme ricordare tante donne sconosciute o dimenticate le quali, ciascuna a modo suo, hanno sostenuto e trasformato famiglie e comunità con la forza della loro testimonianza.
Questo dovrebbe entusiasmare e incoraggiare ciascuno a dare tutto sé stesso, per crescere verso quel progetto unico e irripetibile che Dio ha voluto per lui o per lei da tutta l’eternità: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato» (Ger 1,5).
Il genio femminile in santa Bertilla si è espresso nel vivere il mistero dell'Incarnazione nella sua dimensione più radicale: la spoliazione nel silenzio e nel nascondimento del "mondo".
E lo stupore per la grandezza di una gloria divina, che si nasconde ed insieme si manifesta nella piccolezza di una fragile creatura, si rinnova ancora una volta: "tutto è niente".

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