La poltrona

Concedici di sedere...La poltrona attira sempre l'attenzione. Da che mondo è mondo, difficile sottrarsi al suo fascino. Non è quindi una sorpresa che la prospettiva di sedere seduca di più i discepoli rispetto a quella di seguire un maestro che non ha cattedra. Avevano ancora le mani callose, abituate a rassettare le reti più che a reggere fumanti turiboli dorati. Eppure l'idea della porpora li aveva catturati e se ne erano usciti con una richiesta diretta e con piglio deciso: Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. In queste parole c'è una distanza siderale rispetto al terzo annuncio della passione, appena pronunciato da Gesù. Marco scrive che Giacomo e Giovanni si avvicinarono. Ma la distanza, quella del cuore, rimane tutta.
Il Maestro non si scandalizza, ma nemmeno cede ai favoritismi: non sta a me concedere.
Gesù assume il desiderio umano disordinato di grandezza e comincia a raddrizzarlo. Non si preoccupa della presunzione dei due discepoli, ma cerca di educare e purificare la loro domanda, facendola passare per la sua Pasqua: regnare è servire. Basta questo.
Anche perché Gesù aveva sì chiesto ai suoi discepoli di lasciare tutto e di seguirlo, ma non aveva chiesto loro di dare la vita. Quando quella volta Pietro disse: "Darò la mia vita per te", Gesù gli replicò che il suo entusiasmo non sarebbe durato molto. Nemmeno il tempo che un gallo canti tre volte. 
Quella faccenda, dare la vita, l'ha riservata solo per sé. Ai discepoli chiede di farsi diaconi, addirittura schiavi (servi), ma non di "dare la vita". Solo di se stesso, invece, dice: il Figlio dell'uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. I discepoli possono "dare la vita" solo restando in Lui. Quando invece si illudono di farlo da soli, vanno a sbattere e si fanno male. E questo capita spesso. Spesso le illusioni si trasformano in cocenti delusioni. Pensavamo di essere capaci di fare una cosa e non ci riusciamo. Solo Gesù può trasformare i limiti in frontiere. E il cimitero delle nostre buone intenzioni in grazia che salva. Ecco perché ai discepoli chiede semplicemente di imparare a servire. 
A dare la vita ci pensa Lui. E questo è molto liberante.


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