Sapore di sale
"Non è bene che l'uomo sia solo" (Gn 2,18). Questa parola sta come un comandamento all'inizio di ogni esistenza umana. Vale per l'uomo e per la donna. Il sogno di Dio prende forma nel fango (il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali: Gn 2,19) e nella carne, con buona pace di chi vede solo errori nella natura umana. Sì, perché la strada imboccata è chiara: la gloria di Dio si manifesta certo nella vastità del cosmo e risplende nelle stelle, ma soprattutto nei tratti del maschio (אִשׁ, ish) e della femmina (אִשָּׁה, ishàh). Per fortuna che almeno lassù qualcuno ha le idee chiare.
Questo Dio che sta letteralmente alle costole dell'uomo fino a ricavare da una di esse la donna, è un Dio che ha a cuore la felicità di mr. Ish e miss. Ishàh. Ad una condizione molto chiara, però: L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una carne sola (Gn 2,24).
Qualcosa bisogna lasciare. Non si può navigare al largo senza mollare la cima. Non si può volare in cielo senza allontanarsi troppo dal nido. La nuova vita a due comporta una certa migrazione. L'attraversata di un mare non ancora scoperto.
Ecco perché servono motivi solidi. E la benzina giusta.
Altrimenti il rischio di cadere nel formalismo è dietro l'angolo. Il libello del ripudio è un ottimo modo per lavarsi la coscienza ed è emblema di quell'essere formalmente a posto davanti alla Legge che piaceva molto ai farisei e che Gesù respinge. Perché sa che il Padre non l'ha inviato per regolare il traffico agli incroci dove la gente litiga, ma ad incendiare i cuori. A portare quel fuoco che trasforma il fango in luce e calore.
E pazienza se poi a casa deve sorbirsi la crisi dei suoi discepoli che lo interrogano (A casa i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento). Ma se facevano fatica loro ad accettare e a capire, figuriamoci noi...
D'altra parte, solo un cuore semplice ed accogliente può intuire il senso delle sue parole radicali: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.
Ecco perché servono motivi solidi. E la benzina giusta.
Altrimenti il rischio di cadere nel formalismo è dietro l'angolo. Il libello del ripudio è un ottimo modo per lavarsi la coscienza ed è emblema di quell'essere formalmente a posto davanti alla Legge che piaceva molto ai farisei e che Gesù respinge. Perché sa che il Padre non l'ha inviato per regolare il traffico agli incroci dove la gente litiga, ma ad incendiare i cuori. A portare quel fuoco che trasforma il fango in luce e calore.
E pazienza se poi a casa deve sorbirsi la crisi dei suoi discepoli che lo interrogano (A casa i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento). Ma se facevano fatica loro ad accettare e a capire, figuriamoci noi...
D'altra parte, solo un cuore semplice ed accogliente può intuire il senso delle sue parole radicali: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.
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