Due spiccioli
Immenso. Forse è questo l'aggettivo più vicino alla sensazione che si poteva avere entrando nel tempio di Erode a Gerusalemme. Il Bet Hamikdash (Casa del Santo) era una costruzione enorme che ricopriva un'area di circa 15.000 metri quadri. Muri e soffitti erano in legno di cedro, finemente decorati con oro, disegni di palme e fiori. Immenso e solenne. Erode non aveva badato a spese. Ma, d'altra parte, quel tempio doveva rispecchiare anche la sua grandezza, oltre a quella divina...
In quello scenario, solitamente molto affollato, Gesù con i suoi discepoli preferisce starsene in disparte, ad osservare. Lo spettacolo era quello di sempre: frusciare di lunghe vesti e amabili conversazioni.
Evidentemente l'anonimo scriba incontrato in un altro contesto e raccontato in Mc 12,28 era la classica mosca bianca. L'intera categoria, presa nell'insieme, esce piuttosto malconcia dal resto della narrazione. L'osservazione di Gesù si trasforma ben presto in denuncia dell'ipocrisia delle persone più eleganti che affollavano il tempio: gli scribi (i grammatéon).
Gesù ammonisce severamente chi lo ascolta ("Guardatevi!") di non cadere nei loro vizi: oltre alla vanità propria degli uomini di ogni tempo (ambire ai primi posti e ai saluti pubblici), si appropriano ("divorano") delle case delle vedove e - soprattutto - "in apparenza pregano più a lungo" (Mc 12,40). Una vita all'insegna della vanità, dell'ingiustizia e dell'apparenza.
A questa condanna si aggiunge quella nei confronti dei ricchi, "colpevoli" di gettare nel tesoro del tempio solo il loro "superfluo" (ébalon).
Ma l'osservatore Gesù non fa l'indignado e non si lancia in facili anatemi moralistici: scorge piuttosto una povera vedova e chiama i suoi discepoli (chissà loro cosa stavano guardando...): chiede loro di osservare un vero discepolo (una discepola!) che getta nel tesoro del tempio "tutto quanto aveva per vivere", cioè quello che le serviva per mangiare. Marco sintetizza: la sua stessa vita (tòn bìon).
Bastano quei due spiccioli a rendere grande la sua fede. Quella casa, dove si adora il tesoro più che Dio, andrà distrutta (non si possono servire due padroni), ma è già pronto un altro tempio: il popolo di coloro che cercano e adorano Dio "in spirito e verità".
Resta solo una domanda, per noi che nel superfluo ci viviamo: il bimbi e la planetaria fanno parte del "superfluo" o sono diventati beni di prima necessità...?
Resta solo una domanda, per noi che nel superfluo ci viviamo: il bimbi e la planetaria fanno parte del "superfluo" o sono diventati beni di prima necessità...?

Commenti
Posta un commento