L'adolescente
"Don, ma Gesù aveva i brufoli?"
Solo i ragazzi sanno essere così diretti. Forse sono rimasti solo loro a prendere sul serio quella "incarnazione del Verbo" che rischia di uscire fuori sempre con poca "carne" da una certa retorica ecclesiastica. Almeno loro ci provano. Forse più che la prima generazione incredula, questa è l'ultima generazione che ci prova. I loro adulti sembrano aver mollato da tempo la presa ed essere altrove. Smarriti. Evaporati?
"Don, io vengo a messa quando posso, perché vengo da sola. I miei non ci vengono mai".
Le confessioni dei bambini del catechismo sono la vera cartina al tornasole del cristianesimo che rimane della nostra "civiltà parrocchiale".
Al di là di tutte le immagini e le rappresentazioni oleografiche, celebrare la festa della "Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe" può avere ancora senso se viene liberata da tutti gli schemi, i filtri e le strumentalizzazioni in cui è stata "imprigionata".
Considerando nel suo insieme le vicende che la riguardano, a partire dalle condizioni estremamente precarie della nascita, per passare alla rocambolesca fuga in Egitto fino alla simpatica pagina del ritrovamento dell'enfant prodige fra i dottori del tempio, è evidente che i Vangeli - come sempre - non consegnano una cronaca, ma dei racconti di Rivelazione.
Se adolescere vuol dire crescere, Gesù non è solo nato come tutti i bambini, ma è cresciuto come tutti gli adolescenti. A quale "generazione" apparteneva? Oggi, abituati come siamo a scrutare al microscopio i movimenti dei Millennials e degli Zeta, forse abbiamo qualche strumento in più per cogliere il mistero che questa pagina evangelica ci consegna intatto: il Figlio ha abitato in mezzo a noi crescendo come uno di noi. Accettando le regole del gioco.
Forse per insegnarci che non cresciamo (solo) attraverso le trasgressioni, ma restando "sottomessi" al luogo in cui la vita ci ha messo. Quella famiglia in cui siamo nati (e non quella che abbiamo sempre sognato): quei genitori, quei fratelli e quelle sorelle.
Accettare la propria storia e restare in quel luogo in cui ci troviamo è il segreto di Nazaret. Un segreto che ha bisogno di silenzio e di preghiera per essere accolto fino in fondo: come ha fatto Maria, che meditava nel suo cuore tutte queste parole.
Forse più che di wi-fi per tutti, abbiamo urgente bisogno di una silence room e un buon detox digitale. Dai più piccoli ai più grandi.
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