L'immersione

Non gli bastava condividere l'anonimato di una vita di provincia, il silenzio e i lunghi anni di lavoro.  Già questo è un marchio di fabbrica per il Dio fatto uomo davvero e non apparentemente (o momentaneamente per una passseggiata sulla Terra).
Ma non gli bastava questa solidarietà "orizzontale".
Gesù condivide anche l'attesa di riforma religiosa del suo popolo. La sua è una solidarietà radicale. Totale. Il suo "abitare in mezzo a noi" non prevede sconti o corsie preferenziali.
E così si incammina anche lui, da solo, nel deserto, per andare da Giovanni, come facevano in molti. Si fa immergere nel Giordano anche lui, come molti altri. Lui che non ha peccato. Ma se gli altri non lo sanno, lo sa il Padre. Ecco perché il cielo si è aperto. E da quel momento non si è più chiuso. 
L'evangelista Luca, come al solito, esagera un pochino, approssimando per eccesso (tutto il popolo veniva battezzato...). Magari non sarà stato proprio tutto il popolo, ma certamente un certo movimento Giovanni Battista lo aveva creato. Perché il solito culto nel tempio di Gerusalemme, per quanto nuovo, spazioso e luccicante di marmi appena intagliati, non reggeva la concorrenza con Giovanni. Ormai il tempo era maturo per un'immersione nello Spirito Santo e nel fuoco. Questo aveva annunciato Giovanni e questo realizza Gesù. 
Per questo è l'amato in cui il Padre si compiace. 
Non perché è l'Unico, ma perché è il primogenito di una moltitudine di fratelli e sorelle. Perché in quell'amore misericordioso sono immersi tutti coloro che credono in un Dio che ama così profondamente l'umanità da farsi uno di noi.
Un'immersione in un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza, scrive Paolo a Tito.
Rigenerazione e rinnovamento in abbondanza: una sorta di eterna giovinezza che nessuna SPA può offrire!



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