Il coach
Si presenta a Gesù come il coach ideale: "Se tu sei Figlio di Dio...". Sarebbe bastato mettersi nelle mani del più abile tra i personal trainer per ottenere il risultato più spettacolare: quale miglior partner per un aspirante messia?
Il diavolo non si affianca a Gesù (e a noi) come un suo competitor, ma come suo collaboratore: ti mostro io come si fa ad essere un vincente!
Il racconto delle tre seduzioni secondo la versione di Luca ricorda che la vita cristiana è una lotta. Non nel senso spartano di una competizione tra il più forte (le tentazioni vestono sempre gli abiti più eleganti). Essere tentati significa essere messi alla prova (peirazómenos). E la prova, seducente e sibillina, veste in molti modi, ma è sempre la stessa: usare le proprie risorse, poche o molte, per affermare se stessi.
Luca non usa la parola “digiuno”, come fa Matteo, perché ci vuol far capire che il problema non era trasformare le pietre in pane, ma fare dei miracoli per sé. La differenza tra Dio e il diavolo è quella tra il servizio e il potere. Gesù rifiuta radicalmente di esercitare qualsiasi forma di potere: il Figlio dell'uomo è venuto per servire e non per essere servito, dirà. È un uomo profondamente libero. La sua vita, come usa dire qualche teologo, è una “pro-esistenza”, cioè è tutta rivolta agli altri, non a se stesso.
Secondo una leggenda degli Ebrei il messia sarebbe apparso sul pinnacolo del tempio. Il diavolo ci aggiunge un tocco di ulteriore spettacolarità: «Buttati giù». Vedrai quanti like prenderai. Ma Gesù non è venuto per amare se stesso. Non ha mai detto: prima ci sono io. Prima devo pensare a me.
Oggi invece, complice una temperie culturale iperedonista, capita di sentire uomini e donne tra i quaranta e i cinquanta che dicono: “Padre, non ce la faccio più. Ho vissuto finora per la mia famiglia, mia moglie (o mio marito) per miei figli. Ho fatto tanti sacrifici. Ora è il momento di pensare a me stesso/a. Di volermi bene”. E fanno saltare il banco. I più preparati usano la Scrittura: "In fondo Gesù ha detto: «Ama il prossimo tuo come te stesso». Ecco, io adesso devo amare me stesso/a". Con buona pace della famiglia e dei figli.
Ecco la seduzione in piena regola, con annesso uso strumentale della Scrittura.
Le vere prove non sono quelle che decidiamo noi, ma qualcun altro per noi.
E' l'illusione di poter essere liberi senza dover lottare. Ma non è così.
Solo chi si consegna al diavolo può diventare "posseduto/a".
Solo chi si consegna al diavolo può diventare "posseduto/a".
Il Padre, invece, non vuole «possedere» nessuno: è assetato dei cuori liberi ed appassionati.
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