Il Vivente
Abbiamo vissuto una settimana al cardiopalma, iniziata con il "segno" dell’incendio della Cattedrale di Notre Dame a Parigi. La concludiamo oggi con un altro "segno", molto più forte, al quale però non prestiamo più atttenzione perché ci siamo abituati: il sepolcro vuoto. Già, i segni. Martedì alla radio, sul web e sui social era tutto un fiume di commenti. Naturalmente non sono mancati i complottisti e le dietrologie sui merovingi e su Dan Brown…ma alla fine si è trattato solo di un incendio ed il tetto verrà ricostruito.
Più interessante è stato vedere giovani parigini in ginocchio a pregare e a cantare davanti alla chiesa in fiamme in cui avevano ricevuto i sacramenti. La fede si nutre anche dell’affetto, o meglio l’affetto è una dimensione della fede. Solo così si spiega la corsa dei discepoli al sepolcro: la corsa di Maria di Magdala e poi la corsa di Pietro e Giovanni: Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Non per fare le gare, ma perché c’era un legame con il Signore. Un legame così forte che non poteva essere privato anche del corpo. Eppure, nonostante tutto questo affetto non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Per comprendere le parole della Scrittura occorre mettersi in gioco con la nostra fede.
Un filosofo francese, ateo, Francois Jullien, presenta il cristianesimo come “risorsa di vita” a partire dal Vangelo di Giovanni. Jullien scrive che la verità del Vangelo non è astratta, perché è la persona di Gesù: «questa verità non può esistere senza la mia testimonianza» (p. 96). Giusto. Ma la mia testimonianza ha bisogno di tempo per consolidarsi.
Quando leggiamo che l’altro discepolo, che è Giovanni, entrò nel sepolcro e vide e credette, tante volte ci facciamo un’idea non del tutto corretta della fede. Ce la immaginiamo come un automatismo, che non corrisponde nemmeno al significato originale del testo greco, che si potrebbe tradurre meglio così: e vide e iniziò a credere.
Che questa Pasqua sia un nuovo inizio! Le ceneri della nostra incredulità e durezza possano essere vivificate dalla Presenza del Vivente.
Buona Pasqua a tutti e a tutte!
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