Alberi, non muri

La curiosità e il desiderio sono due molli importanti per metterci in movimento.
Vale anche per Zaccheo, abile capo dei contractors con i Romani, ladro e odiato dal popolo. In una parola: una situazione umanamente irrecuperabile. Questo è il profilo che emerge dalle veloci pennellate dell'evangelista Luca.
Eppure Zaccheo cercava di vedere chi era Gesù. Non è che dice tra sé: "Passa Gesù? Chissenefrega". Ha ancora una ricerca dentro di sé. Magari azzoppata dalla vita e sepolta sotto la corruzione, eppure ancora presente. È questa sorta di "precondizione" che rende possibile poi la grande svolta.
La curiosità di Zaccheo da una parte e la volontà di salvezza di Gesù dall’altra («Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua») rendono possibile l'impossibile.
Ma c’è un ostacolo. La folla che fa muro impedisce a Zaccheo di vedere Gesù. È un dettaglio su cui non sorvolare, come osserva un commentatore, perché potrebbe contenere un messaggio per le comunità cristiane, sempre tentate dal rischio del giudizio. Quando si diffondono giudizi e si escludono le persone, allora le comunità possono talvolta assomigliare a dei muri, più che a degli alberi su cui salire per vedere Gesù. Come l'anonima folla, l'anonima comunità, che fa vedere le spalle e non i volti, rischia di non far vedere Gesù a chi magari lo sta cercando pur essendo in una situazione "non regolare". 
La comunità di Gerico accoglieva festosamente Gesù e contemporaneamente odiava Zaccheo, impedendogli di vedere Gesù. 
Ma ecco il colpo di scena: Gesù non solo vede Zaccheo, ma lo chiama per nome e si autoinvita a casa sua.
L’effetto è la mormorazione del popolo: tutti mormoravano (per Luca non ci sono sfumature). Tutti disapprovano il gesto di Gesù, che in un attimo passa dall'essere acclamato all'essere condannato. 
Ma se questo è il prezzo da pagare, il Figlio dell'uomo lo paga volentieri.
Il nome Zaccheo vuol dire "giusto", "puro". Lo Zaccheo di Gerico aveva fatto tutt'altro nella vita, ma, Gesù chiamandolo per nome, recupera la sua identità più profonda: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Dio fa giustizia ma in modo lento, con calma. Aspetta il momento giusto per il pentimento. È indulgente ed amante della vita. Corregge a poco a poco. Non fulminandolo, ma cambiando il cuore.
Ecco perché le migliori parole a commento del Vangelo sono queste:

Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.

Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.



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