Sapore di sale
Sappiamo costruire un ospedale per mille pazienti in dieci giorni. Sappiamo isolare un virus in 48 ore (grazie ad un team di donne italiane). Abbiamo scoperto come sono andate le cose 13,8 miliardi di anni fa, quando ancora non c'eravamo.
Abbiamo le conoscenze, le risorse e i mezzi. Eppure ci manca qualcosa. Ci manca quel qualcosa che fa la differenza delle nostre giornate, quel tocco che riscalda il cuore, quale sapore che ci fa ricordare chi siamo e da dove veniamo.
Sale e luce sono le immagini che usa Gesù per indicare ai discepoli il loro compito. Non per elogiarli o idealizzarli, ma per ricordare loro dove sta la differenza. La differenza, ricorda il profeta Isaia, tra chi sa dividere il pane e chi lo calpesta (Torre Maura docet). Tra chi osa vestire i nudi e chi preferisce svestirsi per farsi notare. Tra chi introduce in casa i miseri (cf. Is 58,7-8) e chi li respinge.
Tutto questo non appartiene alle pur prodigiose capacità umane, ma è possibile solo per un dono che viene dall'alto. Il Vangelo non è un ricettario del dover essere, ma la rivelazione che libera il cuore. I discepoli sono già sale e luce, come sottolinea l'indicativo del verbo (siete, non siate). E' un dono, ma anche una responsabilità.
Sì, perché "se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?", precisa subito Gesù. Quasi a ricordare l'unico compito necessario: diventare ciò che siamo e custodire il tesoro del cuore. Perché il rischio di perdersi, di diventare insignificanti ed insipidi è dietro l'angolo.
Contro questo rischio non c'è che una sola strada da percorrere: quella di camminare dietro al Maestro venuto da Nazaret, il Falegname diventato un rabbino molto particolare, che si sceglie i discepoli e accetta che anche delle donne lo seguano, aiutandolo e sostenendolo.
Io sono la luce del mondo, disse un giorno. Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8,12).
Un rabbino così non poteva che finire male, perché sappiamo come gira il mondo.
Anche Lui lo sa. Ed infatti quel mondo non è venuto per condannarlo, ma per salvarlo.
Amandolo.
Buona domenica e buona settimana!
Buona domenica e buona settimana!
don Stefano
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