I segreti del Regno
«A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli», assicura Gesù ai suoi discepoli. Una promessa esaltante! Eppure, quello che suona come un privilegio per degli iniziati, quello che potrebbe far alzare la cresta dell’orgoglio («Solo noi!»), in realtà si manifesta progressivamente ai discepoli come un lungo ed impegnativo tirocinio alla scuola del Maestro non privo di incomprensioni.
Certamente i discepoli godono del privilegio della “spiegazione” del significato della parabola, ma l’accesso al regno non è questione di quoziente intellettivo: sono anzitutto i piccoli ed i semplici che possono comprendere, mentre la "folla" resta fuori. D’altra parte, la parabola del seminatore non è esattamente un insegnamento circa l’impiego del criterio di efficienza e di ottimizzazione dei risultati. Anzi, la dispersione e lo spreco del seme sono una costante nell’agire apparentemente insensato del misterioso seminatore. D’altra parte, ricorda Agostino, si comprehendis, non est Deus: Se pensi di averlo capito secondo i tuoi schemi, allora quello non è Dio. Il riferimento alla conoscenza (conoscere i misteri del regno) non allude ad una forma di “sapere”, ma alla potenza misteriosa della Parola che lavora nel segreto dei cuori di coloro che accettano la logica paradossale di perdere la vita per ritrovarla, di passare per la porta stretta che conduce alla vita attraverso la croce:
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.
Gesù è al contempo il seminatore ed il seme. Le sue parole non sono una “spiegazione” della parabola, ma l’invito ad accogliere il Dio che viene attraverso la Parola. Liberandosi dalla preoccupazione del mondo e dalla seduzione della ricchezza per seguire il Figlio con gioia e tenacia.
Buona domenica!
Don Stefano
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