Lo splendore del grano
Il grano e la zizzania maturano insieme, l'uno accanto all'altra. Crescendo, non si confondono l'uno con l'altra. Ma i loro frutti sono ben diversi. E gli effetti si vedono. Il campo è il mondo, spiega Gesù ai suoi discepoli nell'intimità delle mura di casa. Ma a quale "mondo" si riferisce il Maestro?
Con la parabola del buon seme e delle zizzanie, Gesù vuole introdurre la folla ai segreti del Regno, come aveva promesso. Ma la parabola appare “criptata” per coloro che vedono le cose dal punto di vista dell’efficienza e dell'ottimizzazione dei risultati.
Da una parte, la contestazione di Dio in nome del male patito è da sempre l’argomento principe per l’uomo che riflette sulla realtà e sulla storia: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”, si chiedono angosciati i servi. Letteralmente, le zizzanie. Al plurale. Come i mali, che hanno sempre mille sfaccettature: guerre, divisioni, fazioni, invidie, gelosie, corruzione, falsità, ecc. ecc. Un elenco infinito, quanta è infinita la "banalità del male" (Anna Arendt).
Dall'altra, l'uomo è impaziente: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?” suona come un suggerimento per insegnare a Dio a fare Dio: l'Onnipotente non può scadere nel buonismo e tantomeno nel lassismo! Ma la risposta è disarmante: Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura. Quindi, fermi tutti.
Il racconto è un crescendo di “spiazzamenti” per coloro che pensano già di conoscere Dio: la buona fede dei servi è spiazzata dall’indulgenza di Dio di fronte alla crescita delle molte zizzanie insieme all’unico buon grano. Eppure, è proprio così che si manifesta l’infinita potenza di Dio: il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza (Sap 12,13.16-19).
Il campo è il mondo, sì: il mondo interiore che si agita nel cuore dell'uomo, sempre pronto a vedere la zizzania nel campo degli altri prima che nel suo. Il mondo che è la Chiesa, comunità dei santi e dei peccatori perdonati. Il mondo che è la storia, scenario nel quale si combatte la grande battaglia con "i Figli del Maligno", che sono già sconfitti.
Per scoprire il male che c’è nel proprio mondo, occorre uno sguardo attento, vigile, perché la zizzania è molto simile al grano: ha le stesse foglie, per cui è facile confonderla e si rivela come zizzania solo dopo che è cresciuta. Così il male non appare subito come “male”, ma assomiglia al bene.
Ma il punto focale non è questo: ciò che fa la differenza cristiana nelle vicende di questo mondo è la capacità di tollerare la con-crescita del buon grano con le zizzanie. Questa è la vera "porta stretta" da attraversare, perché chiede una grande forza interiore: eppure, è la prospettiva in cui il grano biondeggia meglio e risplende di luce: «Là dove il male imperversa si acuisce la sofferenza, ma chi accoglie la sofferenza degli altri permette alla propria umanità di splendere» (E. Citterio).
Buona domenica!
don Stefano
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