I colori dell'amore

Amore di Dio, amore del prossimo. Due comandamenti uniti. Inscindibili. Inseparabili. Ma non invertibili. 

Il primo comandamento esprime il primato assoluto di Dio: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.

Senza riconoscere di essere amati per primi da Dio e di amarlo con in modo limpido e sincero, fedele, in fondo è impossibile amare davvero qualcun altro. Tantomeno i propri "nemici", come invita Gesù a fare in altre pagine del Vangelo. L’amore di Dio è un mistero nel quale siamo immersi e corrispondere a questo amore che ci precede è il senso ultimo dell'esistenza umana: "Ci hai fatti per te...", ricorda s. Agostino. Ecco perché è un'esperienza coinvolgente tutta la persona: il cuore, l'anima e la mente. Anche qui la sequenza è importante perché prima viene il cuore, poi l’anima e la mente. Noi abbiamo fatto di Dio una questione intellettuale, un problema per la nostra razionalità. La domanda è diventata: "Esiste o non esiste?". Ma il punto non è tanto se io credo in Dio, ma se lo amo veramente e sinceramente. E questo è collegato con l’amore per il prossimo:

Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello, scrive san Giovanni nella sua prima lettera. 

Se sono amato/a, se percepisco la sovrabbondanza dell'amore di Dio che mi precede, allora riesco a prendermi cura per l’altro, come se fosse me stesso/a: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

I dottori della legge erano specializzati nel rintracciare in tutta la legge di Mosè (detta Torah) tutte le singole regole. Ne avevano individuate ben 613, di cui 248 erano divieti e 365 erano precetti e comandamenti. Tutte queste leggi, dalle più bizzarre alle più importanti, erano ricavate dai libri biblici e avevano un loro valore (per esempio quelle contro l’usura). Ma in questa situazione i più saggi (non i fanatici) si chiedevano: ma tra tutte queste regole, qual è quella più importante?

A noi che veniamo da un’altra storia forse viene da sorridere: verrebbe spontaneo pensare: occorre seguire il cuore, non la legge. Come sappiamo, però, Gesù non rifiuta la Legge, ma indica qual è il comandamento più importante di tutta la legge (holos o nomos): Amare! Dio e il prossimo. Insieme. Non trascurare l’uno per l’altro. Ma l'amore, come i colori, conosce mille sfumature, infinite modalità. L'importante è che sia autentico. 

L’amore è la pienezza della legge, non la sua sostituzione. Ma proprio perché è la pienezza, è anche il compimento definitivo di ogni legge.

Buona domenica!



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