Emergere
Lungo il Giordano, nel punto più basso della Terra, a circa 400 metri sotto il livello del mare, Gesù scende nelle acque del Giordano. E più si abbassa e si immerge, più il Padre si compiace. Risalendo dalle acque il cielo si apre. Più quel figlio si abbassa e più il cielo si dilata. Un bel paradosso. Soprattutto per noi oggi, per i quali il cielo sembra molto chiuso. Blindato. La pandemia "regna" sovrana sulle nostre vite e ci impone limiti, restrizioni, rinunce. Vorremmo vedere il cielo di nuovo "aprirsi" anche sopra di noi, per tornare a vivere. Per emergere dall'acqua che ci soffoca il respiro. Sono molti i significati che la simbologia dell'acqua evoca.
Di certo, il Battestimo di Gesù non è il momento in cui il falegname di Nazaret prende "coscienza" della sua missione e vocazione. Quella missione è già iniziata, anche se non pubblicamente. Il mistero della salvezza è già in atto nei trent'anni di silenzio di Nazaret.
Di che cosa si compiace il Padre? In fondo, Gesù finora non ha fatto nulla. Non ha compiuto nessun miracolo, non ha pronunciato nessun discorso ispirato. E' rimasto nell'ombra, nascosto per trent'anni a Nazaret. In una bottega, nei cantieri, lungo le strade impolverate.
Ed è proprio di questo che il Padre si compiace. Di questo silenzio intriso di solidarietà con l'umanità del quotidiano.
E' questa umanità nazarena di Gesù che apre i cieli anche per noi.
Buona domenica.
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