Il Dio che non ti aspetti
La routine è un vero anestetico per il cuore. Ecco perché Dio sceglie di sparigliare le carte e di ripartire dalla Galilea.
Il tempo è compiuto perché è giunta l'ora di cambiare modo di pensare. Il “cambiamento di mentalità” (metanoia), che viene tradotto con il termine “conversione” non deve ridursi ad una idea impigliata nelle reti dei nostri schemi mentali. Quale mentalità bisogna abbandonare per accogliere il Regno che viene? Non viene detto nel testo, ma lo possiamo ricavare dal contesto. Giovanni Battista è stato arrestato, il movimento spirituale nel deserto non era gradito alle autorità religiose e ai Romani. In Israele si attendeva sì la venuta del Messia, ma nessuno si aspettava che si manifestasse nel deserto lungo il Giordano, né tantomeno nella malfamata Galilea, terra ai confini con i territori pagani. Da queste premesse, possiamo ricavare che la mentalità da cambiare sia la mentalità di un Dio lontano, che abita nell’alto dei cieli o al massimo nel grande tempio di Eroda a Gerusalemme. Non certo lungo le strade polverose della Galilea. Non certo mostrandosi con questa semplicità disarmante, senza nessuna pomposità. Far cambiare il modo di pensare la vicinanza di Dio all’uomo costerà caro a Gesù, come sappiamo. Dovrà scontrarsi con la durezza di uomini religiosi attaccati alle loro tradizioni più che aperti alla novità di Dio.
All’annuncio della venuta del Regno, segue subito la chiamata dei primi discepoli. Il primo cambiamento è per loro. I veri cambiamenti partono dalle persone, più che dalle idee, dai movimenti o dalle varie "primavere" che si avvicendano nella storia. Le cose cambiano perché la differenza la fanno le persone. I discepoli vengono raggiunti da Gesù attraverso uno sguardo, una parola e una promessa: in tre modi: vi farò pescatori di uomini.
Questa promessa comporta una trasformazione della loro vita. I legami di sangue diventano legami di fede, come quello tra Andrea e Simone. Le reti che ripareranno non saranno più quelle che servono per pescare pesci, ma i cuori infranti delle persone più sofferenti, degli emarginati, degli abbandonati. Degli scartati. Non ha chiamato i migliori, quelli meglio formati. Ha chiamato quelli disponibili a camminare dietro a lui, a "salire la collina" (del Golgota) con lui:
Questa è la promessa da celebrare,
è la collina su cui saliamo, se solo ne abbiamo il coraggio.
C’è sempre luce, se solo abbiamo il coraggio di vederla.
Se solo abbiamo il coraggio di essere luce.
(Amanda Gorman, 22 anni, Washington, 20 gennaio 2021)
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