Come angeli
Il racconto di Marco è essenziale. Ed è forse ciò di cui abbiamo maggiore bisogno in questo tempo.
L'essenziale è dato da tre elementi.
Primo. Lo Spirito Santo spinge Gesù nel deserto. Non è un reality, non è una prova di coraggio o di eroismo, non è un’esibizione muscolare. Qui si tratta di pura obbedienza allo Spirito. Il lungo silenzio dei trent'anni di Nazaret si arricchisce di una ulteriore prova.
Secondo. Ciò che qualifica il deserto (letteralmente: "luogo solitario"), più che il caldo e la sabbia, è la solitudine. L'unica compagnia di Gesù è data da Satana e dalle bestie selvatiche. Eppure Egli non si sottrae: non attraversa il deserto, non vaga per il deserto, come nei quarant'anni del popolo di Israele, ma rimane. Il suo è uno stare, un abitare quella situazione di prova. Non fugge dal deserto, pur essendo faticoso, ma ci sta dentro. Già questo, forse, ci dice qualcosa, perché noi in questo momento siamo stanchi di questo deserto che è la pandemia. Siamo stanchi di queste restrizioni, di questi distanziamenti... Vorremmo fuggire, superare questo disagio. Da Gesù impariamo a rimanere nella prova.
Terzo. Il modo di stare di Gesù nel deserto è profezia di un modo nuovo di abitare nella creazione: stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Gesù è il nuovo Adamo, che vive le relazioni come all’origine, senza l’interferenza del peccato. Egli è custodito in questa relazione dagli angeli, segno della presenza del Padre.
Il racconto essenziale di Marco consegna una pista da percorre: la Quaresima è tempo favorevole in cui restare nel deserto sotto la guida dello Spirito e nella lotta contro le insidie del Divisore. E’ un cammino in cui farsi prossimi, come gli angeli nei confronti di Gesù, verso i fratelli e le sorelle più deboli e segnati dalla malattia. Servirli vuol dire anzitutto una cosa: farsi sentire e farsi vicini. Forse questo gesto val più di molti "fioretti"...
"La Quaresima non è una raccolta di fioretti, è discernere dove è orientato il cuore" (papa Francesco, mercoledì 17 febbraio 2021)
Buona domenica!
don Stefano
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