Fino alla fine

Il racconto della Passione secondo Marco mette in scena le ultime parole e gli ultimi gesti di Gesù. Coerentemente con tutta la sua vita, egli mette per primo l'altro (o l'altra, nel caso dell'unzione di Betania), preoccupandosi di fare la volontà del Padre e non la sua. Arrivando ad amare davvero fino alla fine e senza sottrarsi alle conseguenze di quella scelta.

E non importa se i suoi discepoli lo abbandonano e fuggono. Gesù non dipende dal gruppo. È libero dentro. Ed è quella libertà che è difficile da guadagnare perché troppo spesso dipendiamo dal giudizio degli altri.

Il Crocifisso appare come l'Abbandonato, ma quell'abbandono è il frutto di una consegna: quella di un Dio che vuole sempre per l'uomo, anche quando è schernito, beffegggiato, insultato.  Nel racconto della Passione emerge in un certo senso il meglio di Dio e il peggio dell'uomo, come la menzogna e l'inganno che portano alla condanna di Gesù.

Ma c'è anche l'umanità di Pietro, il suo seguire Gesù "da lontano", icona di ogni sequela vacillante eppure sincera. Le lacrime amare di Pietro sono un segno di speranza per tutti e un vero portale per iniziare "la grande settimana".




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