Il vero Apostolo

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.

Tommaso non c'è. E' uscito dal gruppo prima che apparisse il Risorto. Dove sia andato nessuno lo sa. Perché non ci sia non è dato a sapersi. Omissis. Eppure qualcuno se ne sarà pure accorto che non c'era (speriamo almeno Gesù...). L'assenza di Tommaso rimane avvolta nel mistero, eppure lo Spirito Santo viene consegnato al gruppo dei "Dodici meno uno". Quasi a sottolineare che anche a coloro che ricevono il potere di perdonare i peccati manca qualcosa. Ad esempio, un fratello. Piccolo elogio dell'imperfezione.

Ad un certo punto, però, Tommaso torna. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». La forma verbale suggerisce un annuncio ripetuto più volte, a più ondate. Chissà, se oltre a dirgli questo, qualcuno gli avrà chiesto qualcosa, se si sarà informato dei motivi della sua assenza...Quante volte capita che manchi qualcuno e noi neppure ce ne accorgiamo. Che qualcuno soffra o viva un disagio e che nessuno lo "veda".

Ad un certo punto, Tommaso non ne può più di questo annuncio fatto passando sopra la sua persona e la sua storia personale e se ne esce in modo poco "apostolico", puntando i piedi: Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Il mazzo è rotto, il gruppo non è più compatto come una falange di soldati. Uno dei Dodici si pone nella posizione dell'incredulità. Dovrebbero ringraziarlo, invece di rimproverarlo o commiserarlo. Perché Tommaso è il più coraggioso del gruppo. Esce allo scoperto con i suoi dubbi senza la paura di essere giudicato "diverso" dagli altri. Magari tra i Dodici qualcun altro dubitava come lui, ma non lo diceva. In fondo, se erano rimasti chiusi tutto il giorno, non era certo perché si sentivano così sicuri. 

Dobbiamo partire dal coraggio di Tommaso per riconoscerlo come il nostro fratello gemello, quel non credente che è monozigote con il credente che è in noi. «…Ciascuno di noi ha dentro di sé un non credente e un credente che ci parlano dentro, che si interrogano a vicenda» (Carlo Maria Martini). Forse è proprio la consapevolezza della propria ed altrui imperfezione che salva dalla presunzione di poter giudicare gli altri.

Siamo tutti debitori di Tommaso, vero apostolo degli Apostoli.

Buona domenica!





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