Sotto gli occhi

Capita spesso in questi giorni di vedere sui quotidiani locali le foto dei "centini" dell'annata 2021: ragazzi e ragazze che promettono bene per il futuro. Felici o magari imbarazzati per quel momento di gloria e di notorietà, come anche i loro familiari ed amici. "Lo conosco!", "La conosciamo!": è normale reagire con stupore e gioia per questa "scoperta".

Non così avviene per i compaesani di Gesù, che si mostrano increduli e persino scandalizzati di fronte alle parole del falegname diventato rabbino itinerante. Gesù stesso si meraviglia del muro di incredulità di fronte al quale si trova e non può fare nulla. Nemmeno un miracolo.

Il problema non è dato dal fatto che Gesù non aveva conseguito la laurea a Gerusalemme, ma dal volto di Dio che emergeva dalla sua predicazione: un Dio compassionevole e misericordioso, capace di guarire le ferite del cuore. Un Dio che vuole misericordia e non sacrifici, che mette l'uomo davanti alla legge del sabato, che perdona molto a chi molto ama. Un Dio che non guarda le apparenze, ma il cuore. 

Ma un Dio così non è "vincente" secondo i criteri umani. Forse per questo i nazaretani sono increduli ascoltando Gesù. Immaginavano un altro Dio, mentre disprezzavano colui che avevano letteralmente sotto gli occhi. Un errore che può capitare, quanndo non si riconosce più la voce di Dio nelle parole scomode dei suoi profeti. E gli effetti si vedono. 

Buona domenica!



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