Metterci la faccia

Quanto grande doveva essere la disperazione di Giàiro per gettarsi ai piedi di Gesù e chiedergli il dono della guarigione di sua figlia? Lui, capo della sinagoga, che si rivolge ad un profeta senza cattedra che predica lungo la riva del lago.

Quanto profondamente avevano scavato la solitudine e la sofferenza di quella donna per arrivare a pensare che bastava solo toccare il lembo del mantello di Gesù per essere guarita? Lei, che aveva riposto invano la fiducia nei medici e che ora si rivolge ad un medico senza laurea. 

Sono semplicemente infinite le ragioni che ci possono portare ad uscire fuori allo scoperto - a volte impauriti e tremanti - davanti al Maestro. 

A metterci la faccia senza preoccuparci di che cosa gli altri potranno pensare di noi. 

A farci un film (Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata") che non sappiamo nemmeno come andrà a finire. 

L'importante è che quel gesto del corpo corrisponda effettivamente all'intenzione del cuore: è lì che la fede nasce e pulsa. Lui lo sa e lo riconosce. A noi resta quel senso di stupore per un Dio così vicino e compassionevole.

Buona domenica!




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