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Ogni cosa ha il suo tempo

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Cara lettrice e caro lettore, "tutte le parole si esauriscono  e nessuno è in grado di esprimersi a fondo", scrive il Qoelet (Qo 1,8). Anche le parole si possono esaurire e diventare  stanche. Forse persino vuote. Ecco perché, dopo varie camminate e una lunga riflessione, ho deciso di concludere l'esperienza di questo blog. Questo è l'ultimo post. Sette anni di vita non sono pochi per questo genere letterario, iniziato nell'aprile del 2014 (u n recente studio ha calcolato la vita media di un post del blog arriva essere di 2 anni) . Non ho strumenti per valutare la "riuscita" o meno di questo tentativo. Non erano e non sono nel mio interesse i numeri (a chi interessano, trova qui sotto la tabella delle visualizzazioni complessive). Quello che so in questo momento è che questo "spazio" domenicale ha esaurito il suo compito. Come nessuno mi ha chiesto di aprirlo, così nessuno mi chiede ora di chiuderlo. E' una mia libera scelta, frutto di un d

Seguire per vivere

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Sembra impossibile essere liberi seguendo qualcuno. Non corrisponde alla nostra idea di libertà come assoluta autodeterminazione. Da questo punto di vista siamo un po' tutti figli di Kant e della sua idea di autonomia della morale.  Eppure paradossalmente accade proprio così. Accade che quelli più liberi sono coloro che accettano di mettersi alla scuola dello Spirito che dà la vita. Dio è Spirito e Amore, ripete Gesù, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. E allora ecco la domanda: "Volete andarvene anche voi?". Non è una domanda dettata dallo sconforto: è un appello alla libertà dei Dodici. Decidete chi volete seguire e servire. Perché qualcuno prima o poi lo si segue e lo si serve. A partire dal proprio "io"... “Signore, da chi andremo?”. La confessione di Pietro è il riconoscimento di questa esigenza. Da chi andare? Da un santone, dall'ultimo guru lanciato dai social? Da chi? Tu solo... "Credere" non significa aderire ad una dottrina, ma seguire

Un rifugio sicuro

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Beata colei che ha creduto alla promessa del Signore.  Nella solennità dell'Assunzione, guardando alla fede di Maria siamo invitati ad alzare gli occhi al cielo (badando bene a dove mettiamo i piedi camminando).  La prima lettura, tratta dal libro dell'Apocalisse, è un tentativo di leggere la storia con lo sguardo di Dio. L’immagine del conflitto tra la donna incinta vestita di sole e il drago a sette teste ci ricorda i tanti drammi e conflitti della storia. Come non ricordare l’ennesimo dramma dell'Afghanistan, che sta per tornare drammaticamente al punto di partenza dopo vent'anni di guerra. Di tutto questo è stato testimone un non credente che - da medico chirurgo - ha saputo impegnarsi per gli ultimi. Una testimonianza eloquente anche per i credenti, che fa riflettere su che cosa conta veramente nella vita.  Nella storia assistiamo alla presenza angosciante del drago rosso che sembra con il suo strapotere trascinare "un terzo delle stelle del cielo e precipitar

Senza schemi

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"Voi sapete quello che siete e voi sapete quello che dovete fare". La frase, pronunciata da Roberto Mancini nella riunione tecnica prima della finale degli Europei, forse non l'avremmo mai sentita se l'Italia avesse perso. Avendo vinto, invece, il breve videoclip è rimbalzato in tutti i quotidiani sportivi. Sono parole ad effetto (come la frase: "Siamo noi i padroni del nostro destino") che alla luce del risultato hanno di fatto reso l'attuale allenatore della Nazionale di calcio una star. Il resto è cronaca di questi giorni: i ricevimenti presidenziali, la folla osannante, la gloria dei riflettori, eccetera. Interessante come cambiano le prospettive alla luce dei risultati. Anche Gesù - apparentemente - sembra vestire i panni dell'allenatore vincente: accoglie con benevolenza i suoi discepoli al ritorno dalla missione, pianifica un weekend di relax, si prende cura di loro, li chiama in disparte in un luogo isolato perché si possano riposare. Poi, pe

Sotto gli occhi

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Capita spesso in questi giorni di vedere sui quotidiani locali le foto dei "centini" dell'annata 2021: ragazzi e ragazze che promettono bene per il futuro. Felici o magari imbarazzati per quel momento di gloria e di notorietà, come anche i loro familiari ed amici. "Lo conosco!", "La conosciamo!": è normale reagire con stupore e gioia per questa "scoperta". Non così avviene per i compaesani di Gesù, che si mostrano increduli e persino scandalizzati di fronte alle parole del falegname diventato rabbino itinerante. Gesù stesso si meraviglia del muro di incredulità di fronte al quale si trova e non può fare nulla. Nemmeno un miracolo. Il problema non è dato dal fatto che Gesù non aveva conseguito la laurea a Gerusalemme, ma dal volto di Dio che emergeva dalla sua predicazione: un Dio compassionevole e misericordioso, capace di guarire le ferite del cuore. Un Dio che vuole misericordia e non sacrifici, che mette l'uomo davanti alla legge del s

Metterci la faccia

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Quanto grande doveva essere la disperazione di Giàiro per gettarsi ai piedi di Gesù e chiedergli il dono della guarigione di sua figlia? Lui, capo della sinagoga, che si rivolge ad un profeta senza cattedra che predica lungo la riva del lago. Quanto profondamente avevano scavato la solitudine e la sofferenza di quella donna per arrivare a pensare che bastava solo toccare il lembo del mantello di Gesù per essere guarita? Lei, che aveva riposto invano la fiducia nei medici e che ora si rivolge ad un medico senza laurea.  Sono semplicemente infinite le ragioni che ci possono portare ad uscire fuori allo scoperto - a volte impauriti e tremanti - davanti al Maestro.  A metterci la faccia senza preoccuparci di che cosa gli altri potranno pensare di noi.  A farci un film ( Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata" ) che non sappiamo nemmeno come andrà a finire.  L'importante è che quel gesto del corpo corrisponda effettivamente all'intenzi

Acque agitate

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Una fede senza domande è una fede morta. Non è una frase ad effetto, ma il cuore delle narrazioni bibliche e dell'esperienza credente testimoniata, ad esempio, nei salmi: Fino a quando, Signore, mi nasconderai il tuo volto? (Sal 13). Nemmeno i racconti evangelici fanno mistero delle paure e delle inquietudini che portano nel cuore i discepoli ( «Maestro, non t’importa che siamo perduti?»;  «Chi è dunque costui?» ), tasselli importanti nel loro cammino di verità dietro all'unico Maestro. Di fatto, anche noi come loro abbiamo sempre delle attese nei confronti di Dio. Attese che si manifestano in vario modo, dalla protesta alla rabbia, allo stupore. Ma sono proprio i momenti drammatici, quelli in cui la barca della nostra vita sembra capovolgersi,  che rivelano la verità del cuore. Gesù che domina la tempesta è una scena dal forte valore simbolico. I  verbi usati da Marco richiamano le formule dell'esorcismo: ‘minacciò’, ‘taci’. Il mare che con le sue onde tende ad inghiottire